Sei sicuro di lavorare in smarworking?
- Posted by Giuseppe Arduino
- On Giugno 23, 2020
Premesso che sono assolutamente favorevole come professionista ed in rappresentanza della mia azienda allo smartworking e che l’Italia stia scoprendo nuove modalità di lavoro (dove applicabile chiaramente) voglio ragionare senza alcuna intenzione di polemica sull’abuso che si sta facendo della parola smartworking, una parola ignorata per anni e solo adesso ovviamente esplosa, come si può notare dai trend di Google.
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Penso però che quello che stiamo provando a fare in questi giorni non abbia nulla a che vedere con lo smartworking e che, al massimo, si avvicini al telelavoro.
Provo a condividere le ragioni di questa mia affermazione. Per me, lo Smartworking:
- è una scelta TUA o della tua azienda, non di un virus. Può infatti capitare che a te lo SW non piaccia o non tu non sia proprio adatto allo SW. Può succedere. Per questo deve essere una scelta.
- va pianificato, preparato e non improvvisato. Procedure, Sistemi, Infrastrutture non si riescono a creare in due giorni. Ed in effetti sto vedendo quante aziende stanno solo in parte concedendo questo modello ai propri dipendenti. L’organizzazione semplicemente non è pronta a gestirlo. Non è necessariamente una colpa, solo la costatazione dei fatti.
- non coincide con il lavorare da casa 7/7 e soprattutto non una location decisa da qualcun altro. SW significa potenzialmente alternare ufficio e altre location incastrando sulla base delle esigenze dell’azienda e quelle personali, il famoso work-life balance.
- vuol dire ricavare il proprio spazio, tempo, ecc. Cosa molto più complesso in questo momento.
Inoltre credo che lo SW non ha mai richiesto di essere produttivi al 200%. Nessuno lo pretende. Non è questo il punto.
Osannare in una sola settimana di avere risultati stellari è anche poco credibile. Si necessita di mesi con dati raccolti in modo scientifico non di pancia.
Confondere adesso smartworking con contingenza significa attribuire significati e giudizi affrettati che portano a risultati come quelli mostrati qualche giorno fa su LA7
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(Foto da post di @Simone Miozzo)
Quando tutto questo passerà (speriamo molto presto!) spero solo che il tanto osannato SW non venga messo in un cassetto e che soprattutto che chi adesso dice che si sta trovando bene possa poi iniziare un percorso strutturato, pianificato e strutturato che possa effettivamente portare a decidere di implementare questo modello integrandolo nella propria azienda.
D’altra parte spero anche che chi adesso lo vive come disagio possa distinguerlo dalla contingenza e possa in fondo pensare che questa modalità seppur non tanto “smart” ci sta dando la possibilità di andare avanti seppur con disagi.
Buon (quasi) smartworking a tutti!
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